RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 21 settembre 2021

PORTO VECCHIO: DA TRAGEDIA A FARSA- DA ANNUNCIATO “MOTORE DELL’ ECONOMIA” A TRASFERIMENTO DI “GIARDIN PUBLICO” E UFFICI REGIONALI.


UN TRAVASO CHE SVUOTA L’ ATTUALE CITTA’ GIA’ IN CRISI DEMOGRAFICA E COMMERCIALE.
Nel dicembre 2014 avveniva la cosiddetta “sdemanializzazione” con il famoso “blitz del sen. Russo”.
Era il frutto di un epoca in cui il regime di Porto Franco era denigrato come inutile residuo del passato in particolare da politici che si ritenevano “illuminati” mentre erano solo dei neoconvertiti al liberismo.
In questa opera di denigrazione si erano distinti esponenti di spicco di quello che è diventato l’ attuale PD come Giorgio Rossetti e lo stesso Cosolini.
Parlare di Porto Franco era diventato "roba da nostalgici asburgici fuori dal mondo della globalizzazione neoliberista".
Adesso tutti, a partire dall' Autorità Portuale, riconoscono il valore del regime di Porto Franco e della extraterritorialità doganale.
Sembrava che Porto Vecchio fosse diventato un cumulo di ruderi per colpa del Punto Franco, che andava tolto, e non per lo scellerato vincolo architettonico totale imposto da Sgarbi, allora sottosegretario, in combutta con esponenti locali tra cui quelli di Italia Nostra.
Sembrava che Porto Vecchio non avesse fondali, mentre ora vorrebbero farci arrivare le immense navi passeggeri, che non avesse ferrovia mentre adesso tutti possono vedere i binari.
Sembrava che masse di investitori non aspettassero altro che la sdemanializzazione e la rimozione del Punto Franco per fare investimenti di 5 miliardi.
Investitori privati più volte annunciati ma che in 7 anni non si sono mai visti.
Annunciavano 100.000 abitanti in più a Trieste in seguito a questi progetti che avrebbero provocato un espansione economica senza precedenti e un turismo di massa ormai finito nel mondo dei sogni.
TUTTO IL PROGETTO DI URBANIZZAZIONE IN CHIAVE TURISTICA DI PORTO VECCHIO E’ UNA BOLLA DI SAPONE PRIVA DI BASI ECONOMICHE.
Tutto questo gigantesco bluff su cui si è tenuta paralizzata per 7 anni la città si sta concludendo nel trasferimento di uffici pubblici e giardinetti, tutto con denaro pubblico e senza un centesimo di investimenti privati, senza alcun apporto di nuovi posti di lavoro o di nuovi investimenti privati.
Stanno progettando di travasare la città da un punto all’ altro, svuotando quello che già c’è.
Addirittura stanno pensando di mettere giardinetti al posto della Base Saipem dove vengono assemblati e testati robot sottomarini all’ avanguardia ed è Centro Mondiale per le emergenze petrolifere: SENZA SAPERE DOVE IN TENDONO SPOSTARLA.
Progettano giardinetti sulla fascia costiera e sui moli che NON sono del Comune ma dell’ Autorità Portuale e sono tuttora Punto Franco…che potrebbe invece essere riesteso.
Trieste che ha pochi spazi per attività produttive dovrebbe usare quell’ area per insediamenti produttivi ecocompatibili all’ avanguardia tecnologica, sfruttando i vantaggi del regime di Porto Franco ed extraterritorialità doganale.
Per creare nuovi posti di lavoro, attrarre nuovi investimenti produttivi, rilanciare un' economia viva.
Cosa fare in Porto Vecchio (come diciamo dal 2013):
Imprese ad alta tecnologia pulite, sul tipo della “Silicon Valley”;
Incubatori di “Start-up” giovanili con fiscalità di vantaggio;
Centri di ricerca legati alle aziende dell’area di ricerca ed alle istituzioni scientifiche;
Centri finanziari e bancari “Off-shore”, extra UE, per realizzare la nostra “city”;
Custodia, borsa e manipolazione di materie prime e metalli, anche pregiati ed opere d’arte anche per operazioni finanzarie come avviene nel punto franco dell’aeroporto di Ginevra e Singapore;
Trasformazione di merci, anche nel campo della moda, tessili, alimentari e hardware, in regime extradoganale ;
Assemblaggio di macchinari ad alta tecnologia per impieghi specializzati, potenziando ed incentivando quanto già viene prodotto dalla Saipem con i robot per le trivellazioni sottomarine;
Potenziamento delle attività portuali esistenti come l’Adriaterminal, alla quale sono stati tolti i collegamenti ferroviari nel 2010 ;
Distretto nautico, con cantieri per Yacht che operano “estero su estero” e “usi del mare” in esenzione doganale e fiscale;
Non giardinetti per una città OSPIZIO.
Paolo Deganutti
Direttore di Rinascita Triestina e candidato di Adesso Trieste al Consiglio Comunale.

A COSA DOVREMMO RINUNCIARE PER METTERE I GIARDINETTI PROGETTATI DALL' ATTUALE SINDACO:
Questo è il giardinetto progettato al posto della Base Saipem SENZA DIRE DOVE TRASFERIRLA (facendo i conti senza l' oste perchè l' area è sotto controllo dell' Autorità Portuale ed è ancora Punto Franco):


QUESTA E' LA BASE SAIPEM DI TRIESTE stabilimento ad alta tecnologia, base mondiale per le emergenze petrolifere nonchè centro di addestramento. hanno appena investito un paio di milioni per ristrutturare e sono in regime di Punto Franco. E NON HANNO DETTO DOVE TRASFERIRLA !
Vedi i Video seguenti:

A cosa serve la Base Saipem per la robotica subacquea di Trieste in Porto Vecchio :


Robot Saipem assemblati e testati in Porto Vecchio


Il "tappo" per le emergenze petrolifere costruito a Trieste e che da qui parte per tutto il mondo

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