RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 16 gennaio 2017

"GUERRA DEI PORTI", titola il Corriere della Sera - VENEZIA ATTACCA TRIESTE - VUOLE ESSERE IL TERMINAL DELLA "NUOVA VIA DELLA SETA" MA NON HA I FONDALI: ALLORA DIFFAMA IL "PORTO FRANCO DI TRIESTE" E VUOLE IL PORTO OFF-SHORE DA 5 MILIARDI - UN CONVEGNO DI LIMES SARA' OCCASIONE DI DISCUTERE FINALMENTE QUESTIONI STRATEGICHE PER LA NOSTRA CITTA'.


Paolo Costa, presidente in scadenza dell' Autorità Portuale di Venezia ed ex ministro dei Lavori Pubblici (governo Prodi), si è lasciato andare a pesanti attacchi al Porto Franco Internazionale di Trieste, secondo lui assistito e incapace di reggersi da solo.
Vedi il VIDEO DICHIARAZIONI COSTA E D'AGOSTINO - clicca QUI.

Oggi sono uscite anche  diverse pagine del Corriere della Sera sulla "Guerra dei Porti" nell' Alto Adriatico.


La posta in gioco è il Terminal nell' Alto Adriatico della "Nuova Via della Seta " marittima, il gigantesco progetto strategico in cui la Cina investe 140 miliardi di dollari per sviluppare i traffici commerciali con l' Europa.

La Cina ormai è la seconda potenza mondiale e si è lanciata sui mercati internazionali come dimostra anche la partecipazione del Presidente Xi Jinping al summit  economico / strategico di Davos.


Il presidente del Porto di Venezia, che è in una laguna con bassi fondali inadeguati, ha avuto l' idea di un' isola artificiale al largo: un progetto costosissimo ed inefficente da realizzarsi con soldi pubblici ma appoggiato dai politici ingolositi dai guadagni fatti con il Mose ed altre grandi opere.


Un progetto appoggiato a spada tratta dal sindaco di Venezia Brugnaro,
grande amico di Dipiazza che rischia di essere considerato analogamente ai partecipanti alla "Congiura dei Ranfi": la casata di Triestini esiliata per il suo progetto di sottomissione di Trieste a Venezia.

Ecco lo scopo della campagna lanciata da Paolo Costa contro il Porto Franco Iternazionale di Trieste: screditare il nostro porto agli occhi di compagnie di shipping e investitori, soprattutto orientali.

Ha prontamente risposto il Presidente dell' Autorità Portuale triestina D'Agostino, sia in TV che sul Corriere ricordando le antiche origini dello status di Porto Franco ed il buon lavoro svolto con investimenti privati.


Su questi importanti temi ed articoli ritorneremo perchè è necessario che a Trieste si cominci a discutere di strategie di lungo respiro per lo sviluppo dell' economia e della vita della città uscendo dalle secche del piccolo cabotaggio locale.

Trieste merita qualcosa di più dei Musei in Porto Vecchio.


Il convegno del neocostituito Limes Club Trieste sulla "Nuova Via della Seta"  potrà essere un' occasione per iniziare una discussione pubblica costruttiva e un momento di unione tra tutti i Triestini di buona volontà disposti ad impegnarsi per dare un futuro alla nostra città e ai nostri figli.





1 commento:

  1. Nuova via della Seta.

    La Portualità della Regione F.V.G. ed il Presidente dell'Autorità del Sistema Portuale dell'Adriatico Orientale Zeno D'Agostino seguono con molta attenzione/ambizione quelli che potrebbero essere i possibili sviluppi "della Nuova Via Della Seta" per poter rilanciare le nostre economie, ed ovviamente vorrebbero essere in grado di offrire servizi e infrastrutture adeguate per poter incrementare gli scambi commerciali e le relazioni tra Cina e Europa, ed in questo scenario il Porto di Trieste potrebbe avere nuove grandi opportunità per gestire la Logistica di Porto e Retroporto, opportunità che potrebbero chiaramente essere sfruttate anche dalle P.M.I. e quindi generare un notevole valore aggiunto con l'eventuale lavorazione/trasformazione delle merci in transito.

    Il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio afferma chiaro e tondo, che i Porti Hub in Italia sono solo due, Genova in testa al Tirreno e Trieste guida per il mare Adriatico, ma purtroppo le sole affermazioni non bastano per fare di uno Scalo un vero Hub Logistico Portuale, in quanto se volgiamo lo sguardo verso i Porti del Nord Europa ai quali noi vorremmo sottrarre delle significative quote ti traffico, ci rendiamo facilmente conto che il confronto sia impari e chiaramente per noi molto deludente, in quanto l'Alto Adriatico purtroppo in fatto d'infrastrutture non è certamente ancora in grado di svolgere questo pur sperato ambito ruolo, se si considera che attualmente i suoi collegamenti ferroviari (linea bassa) fra Trieste e le Reti Internazionali "merci/passeggeri" possono contare soltanto su un vetusto tracciato composto da due binari peraltro percorribile a velocità moderata, e molti elementi dell'architettura delle infrastrutture Portuali dello Scalo Triestino i cui esempi eclatanti (escluso il Molo VII) sono sia le ormai semi utilizzate le Vasche di Riva VI° e VII° comprese tra il Molo V° e VII° che sarebbero da interrare per recuperare ampi spazi al mare, o i Magazzini multipiano che risalgono in buona parte a quasi un secolo fa per soddisfare quelle che erano le diverse esigenze di quel tempo, tutte opere che stanno purtroppo scontando il pluridecennale immobilismo infrastrutturale a cui dobbiamo quella patina museale che avvolge ancora una significativa parte del nostro Scalo e che di fatto non ci consentono di poter sfruttare a dovere i 16/18 m dei nostri profondi fondali.





    Chiaramente gli interventi per ammodernare/potenziare l'infrastrutturazione dello Scalo Triestino non dovrà interessare soltanto il Porto Nuovo ma dovrà volgere lo sguardo anche ad Est verso il Vallone di Muggia dove ci sono quasi due milioni di metri quadrati di Aree ex Industriali dismesse da diversi decenni in attesa di essere bonificate ed urbanizzate e banchinate per poter generare nuovamente sia nuove economie che opportunità occupazionali.

    Penso che in merito a quella che potrebbero essere le opulente opportunità che la menzionata "nuova via della seta" sarebbe certamente in grado di offrire, non credo sia il caso di farsi molte illusioni se nell'Alto Adriatico non sapremo pianificate e realizzare "nuove opere portuali e collegamenti ferroviari" opere che per caratteristiche e dimensioni ci dovrebbero consentire di potenziare significatamente le nostre capacità operative, per poter affrontare ad armi pari e senza patemi sia i nostri super infrastrutturati antagonisti vicini e lontani che le difficili sfide della Portualità del terzo millennio, poiché nelle vicende economiche purtroppo per noi gli esempi mitologici non funzionano in quanto nella cruda realtà le sfide tra il piccolo e povero Davide ed il grande e potente Golia si concludono quasi sempre con Golia indiscusso vincitore.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano
    Nb. Ulteriori approfondimenti ed immagini si possono trovare sfogliano il mio Sito http://sceltemancate.trieste.it

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