RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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mercoledì 20 luglio 2016

VENEZIA IMPEGNATA AD AMPLIARE LA ZONA FRANCA DI MARGHERA - TRIESTE HA APPENA RIDOTTO LA SUPERFICIE DEI PUNTI FRANCHI - LE COLPE DI UNA SEDICENTE "CLASSE DIRIGENTE" MIOPE E LOCALISTA -


Venezia è attivissima nell' allargare la ZONA FRANCA di Marghera INGRANDENDOLA DI 40 VOLTE (clicca QUI per l' articolo) così come è attiva per realizzare il Porto Off-Shore. 

Ed ha appena fatto un importante convegno sulla Nuova Via della Seta con ministri italiani e stranieri e delegazioni cinesi 
con l' intento di diventare il Terminal dei traffici con l' Oriente.

A Trieste invece con lo "spostamento" del Punto Franco Nord di Porto Vecchio la superficie complessiva dei Punti Franchi è stata ridotta di circa 300.000 mq (trenta ettari).

In cambio noi abbiamo la letterina della Serracchiani a Renzi che segnala la possibilità di fare una No Tax Area nei Punti Franchi del Porto e la bizzarra idea di Dipiazza di mettere il mercato all' ingrosso del pesce in Porto Vecchio (sulla fascia costiera in Punto Franco !).

Si parla finalmente di No Tax Area nei Punti Franchi anche per attrarre insediamenti di istituzioni e imprese finanziarie dopo la Brexit, ma dall' unico insediamento ragionevole per queste attività, ovvero Porto Vecchio dove la legge 19/91 prevedeva un Centro Finanziario Off-Shore mai realizzato, il Punto Franco è stato appena tolto lasciandolo solo su una fascia costiera di 15 metri e all' Adriaterminal, destinando l' area a improbabili attività turistiche e ludiche con annesso mercato all' ingrosso di sardelle.

Da dove nasce tanto autolesionismo triestino ?

Perchè Trieste ha una classe dirigente locale tanto miope che per avere una rivalorizzazione del Porto Franco Internazionale c' è voluto un movimento indipendentista di massa e l' arrivo di un Commissario del Porto tecnico e non coinvolto nei marasmi ideologici di questa classe dirigente fallimentare?

Lunga e triste è la storia centenaria del rincoglionimento della classe dirigente locale divisa in due settori, Centro Destra  e Centro Sinistra, in concorrenza per spolpare il misero osso rimasto, in un ottica miope e localistica.

Una storia iniziata con gli effetti del Nazionalismo, del Fascismo con le sue leggi razziali che ha decapitato tante aziende locali, e che ha fatto mettere da parte gli interessi della città subordinandoli a quelli nazionali italiani.

Proseguita con l' asservimento ai Partiti Nazionali e l' abitudine a vivacchiare succhiando le mammelle della Lupa Romana e coltivando l' orticello locale.

Ed arrivata all' avversione ideologica del Centro Sinistra per i Punti Franchi e le Zone Franche accomunate nella mente di costoro a "paradisi fiscali" malgrado si trattasse di rivendicazioni popolari fatte proprie dal PCI di Vidali nel dopoguerra.

E' un curioso ribaltamento avvenuto in questa area politica di "sinistra" che è diventata ormai da decenni "quella delle tasse" con un' atteggiamento di adorazione totemica verso il prelievo fiscale anche quando è palesemente dannoso e vessatorio come si è verificato drammaticamente dal governo Monti in poi.
Ormai starebbero per principio dalla parte dello Sceriffo di Nottingham che accoppa il popolo di tasse e contro Robin Hood accusandolo di evasione fiscale.

Si aggiunga a questo atteggiamento ideologico "fiscalista" l' adesione dogmatica ad un progetto da anni '70 e totalmente assurdo economicamente nel contesto attuale, interno e internazionale, come quello di destinare ad un impossibile turismo di massa un' area come quella di Porto Vecchio urbanizzandola per allargare una città già in forte calo demografico e grave crisi economica e commerciale.

Si condisca il tutto con il "culto del candidato sindaco imprenditore" come è stato fatto con Federico Pacorini che aveva, con la sua "Trieste Futura", forti interessi economici ed edilizi in Porto Vecchio e si arriva al “Pensiero Unico sull' inutilità dei Punti Franchi”, alimentato dal Piccolo, che ha prodotto la situazione attuale con l' attivo intervento del PD, cui adesso fa seguito il Mercato Ittico contiguo al terminal passeggeri di Dipiazza.

Guardate come si esprimeva ancora nel gennaio del 2015, sul Piccolo, Roberto Pacorini fratello ed erede imprenditoriale ed ideologico di Federico: "
«La jattura più grande - assicura - è quella di avere il punto franco! Facciamo come ha fatto Amburgo, eliminiamolo! O, in alternativa, sistemiamolo nell’ufficio della presidenza portuale. Piantino lì la bandiera, così un domani chi afferma che potrebbe venir sviluppato troverà risposte...Magari, forse, troveranno qualcosa di concreto da fare...».( clicca QUI) . Naturalmente dopo che per decenni l' azienda di famiglia ha utilizzato i vantaggi del Punto Franco anche per la borsa metalli.

E' stato così tolto il Punto Franco in Porto Vecchio che adesso sarebbe provvidenziale per realizzare insediamenti finanziari in un area nel centro cittadino, come la City di Londra, con il pretesto di spostarlo in "aree" dove servirebbe di più (Fernetti e Zona Industriale che è sito inquinato con elevati tempi e costi di insediamento). 
Ma in queste aree vengono utilizzati solo 200.000 mq sui 500.000 tolti: la gran parte resta in "congelatore" riducendo la superficie complessiva di Punto Franco.

Ma per estendere a queste aree il Punto Franco bastava ALLARGARE i punti franchi esistenti, anche a "salti", come conferma lo stesso Commissario  QUI : "Perché se in Porto nuovo - ha detto D’Agostino - ci sarà bisogno di nuove aree franche, come ad esempio sulla Piattaforma logistica che si andrà a costruire, basterà ampliare il Punto franco contiguo già esistente». Altro concetto da ribadire, il fatto che tutta la fascia di costa di Porto vecchio, che non viene sdemanializzata, rimarrà Punto franco:
(ed il Mercato Ittico di Dipiazza? No Tax Sardon? ndr) non ci sarà bisogno di “recintarla”, come succede soltanto per l’Adriaterminal, perché non vi si svolge alcuna attività commerciale, ma nel caso di imprenditori che intendano usufruirne potrà essere perimetrata e attivata. ».

E pensare che i Punti Franchi di Trieste sono unici in europa perchè extradoganali rispetto alla stessa UE in quanto derivanti dal Trattato di Pace 10 anni prima della costituzione della medesima.

Appena da poco tempo la ragione si fa strada nel buio dell' ideologia "Anti Punti Franchi", appena da poco tempo si cominciano ad aprire gli occhi su una realtà di 3.000 Zone Franche nel Mondo che creano 66 milioni di posti di lavoro.

Quanti danni ha arrecato a questa città l' IMMOBILISMO rispetto alla possibilità di utilizzare il particolare regime di Porto Franco, che appena adesso si COMINCIA a far conoscere in Italia e all' estero dopo decenni di oblio ?

E la colpa è della sedicente "classe dirigente" triestina a riprova che l' indipendentismo triestino NON è assolutamente etnico.

Un  episodio di questi giorni ci fa pensare, quello del blocco delle forniture di carburanti alle navi per mancato pagamento delle accise: DEPOSITI E FORNITURE A NAVI ALL' INTERNO DEL PORTO FRANCO NON DOVREBBERO ESSERE ESENTI PER PACIFICA EXTRATERRITORIALITA' DOGANALE, RENDENDO ANCORA PIU' CONVENIENTE LA "TOCCATA" AL NOSTRO PORTO CHE DIVENTEREBBE ANCHE DI RIFORNIMENTO PRIVILEGIATO?







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