Siamo arrivati all’ invocazione di leggi
speciali nazionali da parte del Sindaco di Trieste (clicca QUI) che appartiene a quella destra
che a lungo ha flirtato con le aree prima ostili alle chiusure e poi al Green
pass. E non dimentichiamo le sparate di Salvini e Meloni sugli “idranti
contro pacifici portuali” (che erano in 15 contati durante lo sgombero) con
richiesta di dimissioni del Ministro dell’ Interno.
Ma stavolta la richiesta di fare come ai
tempi delle BR avviene tra gli applausi delle
categorie economiche e gran parte dei cittadini.
Si sta realizzando il peggior scenario politico che avevamo
prospettato dal momento in cui il movimento No-Greenpass e il Comitato che lo
convoca avevano scelto di scagliare la forza di questa “bomba sociale"
contro il Porto Franco Internazionale di Trieste con l’ intenzione di bloccare
a oltranza il motore economico della nostra città.
Eppure doveva essere ormai nota a tutti la valenza geopolitica, oltrechè economica, del nostro
porto: almeno da quando gli USA si sono messi di traverso alle “Vie della Seta”
ribadendo che è un porto Nato in cui non possono prevalere logiche di business.
A nulla era valsa la minaccia di dimissioni del Presidente D’Agostino,
di cui il "Coordinamento No-Greenpass di Trieste" sembrava non
essersi nemmeno accorto, mentre chiamava a raccolta migliaia di persone
estranee al porto al Varco 4.
Come a nulla varranno gli appelli dei medici oggi in prima
pagina sul Piccolo.Come a nulla servirà far notare ai No Vax che i malati ospedalizzati e le costose cure domiciliari, prima durante e dopo per mesi, renderebbero molto di più a Big Pharma del guadagno sui vaccini immunizzanti.
Ormai siamo alla crisi della ragione su tutti i fronti.
Riportiamo due passi che ci riguardano di un intervista del prof. Marco Revelli, sociologo e storico (clicca QUI per l’ intervista completa)
- "Professore, oggi Roberto
Dipiazza, sindaco di Trieste, ha invocato sul Corriere “leggi speciali come ai
tempi delle Br” per le manifestazioni No Green Pass. “A mali estremi, estremi
rimedi”, ha detto. Che ne pensa?
“In questo caso direi che chi semina
vento raccoglie tempesta. Il primo cittadino di Trieste appartiene a quella
destra che a lungo ha flirtato con le aree prima ostili alle chiusure e poi al
Green pass. Il fatto che ora invochi misure da guerra civile mi sembra
quantomeno fuori dalle righe”.
Intanto No Vax e No Pass continuano a
riempire le piazze italiane.
“Con loro il dialogo è impossibile:
l’uso della razionalità e la logica generalmente condivisa falliscono. Questo
accade perché destituiscono di valore i numeri, i nessi logici e le
affermazioni scientifiche senza badare ad alcuna evidenza empirica ma sulla
base di un mero principio di diffidenza. Se sostengono che tutti i dati sono
falsificati e che tutte le autorità mediche non sono credibili e ad essi
preferiscono l’evocazione di ‘elementi magici’ o di guru discutibili, non si
può sperare di arrivare a un punto di mediazione”.-
La situazione è pericolosa e si sta
consegnando Trieste a una massiccia "reazione d' ordine" guidata dalla spregiudicata destra nazionalista
istituzionale dei Dipiazza, Fedriga e Savino (Camber).
Con il rischio concreto che dopo
questo affondo, servito su un
piatto d’ argento, e rafforzata politicamente arriverà a controllare
tutti gli snodi strategici: Porto Vecchio, Porto Nuovo, Urbanistica e “quant’
altro…”:
Ci sono responsabilità pesanti a sinistra PURTROPPO: sia quella che ha partecipato
attivamente al movimento No Green Pass Triestino, sia quella che è stata alla
finestra a guardare - senza intervenire - le clamorose idiozie messe in atto a
partire dallo sciagurato “Blocco del Porto” che ha segnato il punto di
svolta e di non ritorno.
Poi arrivato alla manifestazione, con ennesima chiamata di gente da fuori, con
coda di incidenti del 6 novembre.
E poi ci saranno altre manifestazioni e la nota spirale “repressione /
sdegno/ lotta alla repressione / repressione più dura” e così via… come da
già evocati dal Sindaco “anni di piombo” però ovviamente all' acqua di
rose.
Molti hanno notato con sorpresa che fra i denunciati organizzatori
della manifestazione del 6 novembre, nonché speaker che hanno dato il via
libera al maldestro tentativo di sfondamento di p.zza Unità, ci siano un
ex-anarchico e la sua compagna.
Alcuni avevano notato che tra i partecipanti alle prime manifestazioni No Green
Pass c’ era la Candidata Sindaco di “Sinistra In Comune e Verdi” che la
commentava entusiasticamente su Facebook già in campagna elettorale (clicca QUI) e avranno
anche notato la presenza di militanti sia della "sinistra radicale"
che si presenta alle elezioni, sia di quella astensionista alle varie
manifestazioni e presidi No Vax Pass.
Ebbene va detto che la “sinistra radicale” con varie sfumature ha
avuto un ruolo determinante nella nascita e nella crescita del Comitato No
Green Pass di Trieste e nello sviluppo e scelte catastrofiche del movimento No
Vax Pass.
Ruolo pienamente rivendicato come vedremo.
Compreso quella di puntare, vantandosene in TV, ad “arrecare gravi danni
economici” al porto e alla città.
E va detto che altre formazioni di sinistra hanno preferito tacere o
perché non hanno capito nulla del ruolo strategico del Porto Franco
Internazionale di Trieste anche sul piano geopolitico oltreché economico, o
perchè stanno sottovalutando quello che sta accadendo ritenuto meno importante
del loro "business as usual", o perché imbarazzate dalla
presenza dei “compagni” cui era meglio lasciare spazio ”per evitare
di lasciare il movimento alla destra”.
Afonia su tutta questa vicenda che sta sconvolgendo Trieste da settimane essendo
il fatto sociologico e politico più rilevante da decenni.
Abbiamo visto un solo comunicato emesso con evidenza: quello che contesta la
chiusura di P.zza Unità alle manifestazioni (clicca QUI) e due o tre post Facebook
insignificanti non ripresi dalla stampa. Non si capisce perchè il dettaglio
finale del divieto di manifestazione in P.zza Unità sia più importante di tutto
quello, di peso ben maggiore, che ha portato a questo risultato.
Chissà cosa si dirà adesso che il Governo ha preso provvedimenti restrittivi in
tutta Italia grazie anche agli ormai famosissimi "Fatti di Trieste".
Non solo, ma la “sinistra alla finestra” non ha nemmeno
preso posizione sull’ Appello per Trieste che ora ha superato le
62.000 firme (su 175.000 abitanti adulti) solo su internet e contro cui si
scagliava lo speker della manifestazione di sabato 6 definendola “ la
petizione della “Trieste bene” mentre è l’ unica iniziativa ragionevole di
massa che si vede da mesi (clicca QUI).
Si trova in rete la minuziosa descrizione, dall’ interno, della
presenza di questa "sinistra radicale" sia nella formazione che nella
gestione del "Coodinamento No Green Pass Trieste" e del
movimento suscitato.
E’ pubblica e a disposizione di tutti da tempo.
1) Dalla nascita all’ ideona di bloccare il porto per "fermare l’economia per essere ascoltate/i" clicca QUI .
2) Dal Blocco fino a prima della
manifestazione del 6 clicca QUI .
Siamo stupefatti che in tutta questa descrizione
minuziosa non ci sia nemmeno un cenno alla minaccia di dimissioni, in
caso di blocco del porto, del Presidente D’ Agostino per cui mezza Trieste
un anno prima era scesa in piazza.
Siamo basiti leggendo che la sera di sabato
16, di fronte a un comunicato del CLPT che sostanzialmente dichiarava
chiuso il presidio e annunciava la ripresa del lavoro, il Coordinamento No
Green Pass di Trieste, ha imposto la prosecuzione a oltranza, insieme ad
altri presenti, tra cui personaggi chiaramente ambigui, del tutto incurante
delle conseguenze.
Siamo allibiti leggendo
come vi sia piena coscienza delle infiltrazioni avvenute e si
prosegua come nulla fosse. Per le nostre precedenti segnalazioni clicca QUI.
Riguardo alla natura intrinsecamente di estrema destra del movimento No Vax invitiamo a leggere un articolo di Sergio Bologna: clicca QUI.
Leggendo abbiamo ricordato, oltre al periodo torbido della “strategia
della tensione” anche un manifesto che si vedeva negli anni 50: quello che
metteva in guardia i bambini dal giocare con le bombe.
Qui si sono trovati casualmente a fare da innesco a una (prevista e attesa da molti) “bomba
sociale” che si
Invitiamo a leggere i resoconti segnalati sopra di cui qui evidenziamo solo alcuni passaggi partendo dal periodo più recente:
--- "La situazione in queste fasi ha quindi iniziato a compromettersi. Il Coordinamento No Green Pass di Trieste, la realtà locale che aveva cominciato e lavorato nelle mobilitazioni di massa dell’ultimo mese e mezzo, è in assemblea permanente nel tentativo di gestire la situazione in evoluzione. Anche perché dal sabato ha iniziato ad affluire in porto un popolo da fuori (con parole d’ordine e linguaggi estranei alle piazze triestine) che lentamente ha modificato le istanze e la rappresentazione della mobilitazione triestina contro il green pass.
-- "In questa
situazione anche il fronte dei portuali ha iniziato a diversificarsi. Con
un colpo improvviso il CLPT (il sindacato autonomo dei portuali che
aveva avuto un ruolo di avanguardia nei portuali insieme al suo rappresentante
Puzzer) nella giornata di sabato emette un comunicato in cui sostanzialmente,
anche se con linguaggio ambiguo, dichiara esaurita l’esperienza del
presidio e il rientro al lavoro.
La reazione dei presenti, ma anche del Coordinamento No Green Pass di
Trieste, è immediata: non può passare la resa.
Dopo un’assemblea fiume, arriva il dietrofront di Puzzer, che
però in questo modo incrina i rapporti all’interno del CLPT, da cui infatti il
giorno dopo si dimette per sollevare il sindacato da qualsiasi responsabilità.
Il Coordinamento No green Pass fa uscire subito un comunicato in cui conferma
la protesta a oltranza”
---“ il Coordinamento 15 Ottobre (nome, da quello che ci viene
riferito, suggerito dalla digos) che, intestandosi la protesta, diviene anche
l’interlocutore con le istituzioni. Entrano a farne parte, oltre a Puzzer e a
due persone legate all’ambiente triestino delle proteste contro il
lasciapassare, altri due personaggi ambigui calati dall’esterno:
Roberto Perga (del Coordinamento Interforze OSA (???NdR), mai
visto o sentito prima a Trieste) e Dario Giacomini (medico vicentino esponente
di primo piano dell’Associazione ContiamoCi e candidato alle elezioni politiche
del 2013 con Casapound) (NdR : Non hanno notato il fatto più importante:
è nella Segreteria Nazionale del sindacato farlocco di destra FISI di Eboli
(Salerno) che ha proclamato lo sciopero contro il green pass cui ha
aderito il CLPT gestione Puzzer e che è strumento di infiltrazione di destra in
tutta Italia) . Sembra che tutto accada perché queste persone si
trovano al posto giusto nel momento giusto ( Ma và? NdR).
Si tratta di un torbido tentativo di prendere il controllo della piazza (NdR
Buongiorno!) e soprattutto manovrarla, viste le pressioni
sempre più forti da parte istituzionale. Pare proprio che quello che stia
accadendo, ormai decisamente fuori controllo, spaventi un po’ tutti.”
---“Da una parte e dell’altra del blocco di polizia (che
sigilla il varco) sono in corso due presidi. Uno, sul lato verso il centro
città, è composto da gruppi veneti e altri elementi sparsi, ed è assolutamente
tranquillo anche se determinato a non mollare il simbolo della protesta, il
porto. Dall’altra parte si assesta un gruppo con forti infiltrazioni
neofasciste: qui il blocco è duro, con barricate e risposte che tengono a
distanza la polizia. “
---“In Piazza Unità, invece, il presidio permanente improvvisato ha contorni
abbastanza surreali. Dominano i gruppi ultracattolici provenienti dal
Veneto (che - approfondendo - sono alla testa dei movimenti contro il
green pass in quella regione)”
(NDR ricordiamo la devota lettura del messaggio di
mons. Viganò da parte di Puzzer clicca QUI per il video e QUI per il video di una predica di Viganò)
GLI INIZI
---“Le assemblee del nascente comitato No Green
Pass Trieste sono partecipatissime, lunghe, estenuanti, e si reggono su un
equilibrio fragilissimo. Organizziamo turni di parola, restringiamo il limite
di durata degli interventi e cerchiamo di moderare le discussioni per giungere
a consensi o a votazioni a maggioranza, promosse esclusivamente per dirimere le
questioni pratiche più urgenti. Nel coordinamento riconosciamo anche gruppi un
po’ più organizzati, che fanno legittimamente il proprio gioco, pur quasi
sempre nel rispetto delle regole imposte (no propaganda elettorale, mantenersi sui
punti di critica condivisi). Dei fasci neanche l’ombra.”
---“Il 13 settembre, dopo qualche intervento
veloce, si muovono in corteo circa 1500 persone: la parola d’ordine è ormai NO
al GREEN PASS.
A questa manifestazione, ne segue un’altra, il 20
settembre, rilanciata dalla stessa piazza e poi elaborata in assemblea. Qua
avviene qualcosa di nuovo: il salto di qualità. Dopo la rottura del
ghiaccio operata dal primo corteo, si presentano in piazza migliaia di persone:
c’è di tutto, riconosciamo pezzi di indipendentismo triestino, sinistra
diffusa, commercianti, operai, volti noti dell’estrema destra e
della curva dello stadio, insieme a tutte quelle persone che si erano
mobilitate nei mesi precedenti.”
---“Il CLPT aveva già iniziato a partecipare alle
assemblee del coordinamento, rilanciando il bisogno ormai cresciuto in
tutte/i di passare ad una fase successiva: fermare l’economia per
essere ascoltate/i. Indicono quindi un’assemblea di portuali in cui
capeggia il “se non può entrare in porto anche solo uno di noi perché
sprovvisto di green pass, allora non entra nessuno”. All’assemblea vi
partecipano anche persone attive nel coordinamento, e ci sono delle prese
di posizione (anche se in quella sede non esplicitate in questi termini) di
chiara solidarietà.”
Con poche parole nel resoconto viene liquidato il corteo anti-SIOT di cui non viene evidentemente
compresa la valenza geopolitica visto che gli stessi promotori, del
giro di Puzzer, lo convocano con l’ intento risibile di provocare l’
intervento della Germania.
Ecco l’ intervista tanto interessante quanto allucinata a Antonino
Rizzo uno dei firmatari della richiesta di autorizzazione della
manifestazione: clicca QUI
--- “Il corteo dei portuali (pochi ndr) si propone come obiettivo
simbolico di finire in porto e di passare davanti alla SIOT, oleodotto
fondamentale nell’economia del porto di Trieste, luogo di interesse strategico
e protezione antiterroristica a seguito degli attacchi di Settembre Nero. Alla
fine, la manifestazione non passa né davanti alla SIOT né si conclude in porto
e vede un nuovo corteo, di circa 1500 persone, incentrato sulla figura di
Puzzer, a cui mancano molti portuali presenti nelle giornate al porto. È
un corteo che in nome dell’unione tra categorie lavorative viene
rilanciato anche dal coordinamento no green pass.”
Adesso invitiamo a continuare da soli
la lettura dei resoconti completi che sono lunghi ma molto interessanti per interpretare i "Fatti di Trieste":
1) Dalla nascita all’ ideona di bloccare il porto per "fermare l’economia per essere ascoltate/i" clicca QUI .
2) Dal Blocco fino a prima della manifestazione del 6 clicca QUI .
Abbiamo già criticato duramente le frange indipendentiste che sono entrate nel
movimento No-Vax-Pass in cerca della visibilità perduta, adesso è la volta di
questi “apprendisti stregoni” che si sentono di sinistra e in grado di
gestire bombe sociali e tematiche di grande rilievo gepolitico.
Vanno fermati e la bomba sociale disinnescata, se non è già troppo tardi.
Paolo Deganutti e la Redazione di
Rinascita Triestina
FABIO E CICCIO ALLA RISCOSSA
L' inizio di due luminose carriere nazionali
sono d' accordo con la necessità di fare chiarezza sulle priorità e le emergenze ( vere) che interessano da vicino la città, percio' le ricadute che avrà il DDLConcorrenza sulle condizioni ameriali d vita e di lavoro de triestini oggi vengono prima anche delle agitazioni, distinguo, etc di chi ignora il permanere della pandemia , dovemo ragionare su questo ed attrezzarci per tempo , ci sentiamo Paolo, ciao.
RispondiElimina
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