#TriesteAmministrative
CORRUZIONE: L’ ITALIA LA PEGGIORE IN EUROPA.
CORRUZIONE: L’ ITALIA LA PEGGIORE IN EUROPA.
PROPOSTA LA
SOLITA LITANIA RETORICA CHE "BISOGNA PARTIRE DALLA SCUOLA" E L'
ENNESIMO "CODICE ETICO", STAVOLTA IN COMUNE E GIUSTO PRIMA DELLE
ELEZIONI -
POSSIBILE CHE QUESTI VOGLIANO ANCORA RESTARE IN UN PAESE IRRIFORMABILE E DESTINATO AL TRACOLLO?
Oggi il Piccolo ospita un articolo di Franco Belci, segretario regionale CGIL, che denuncia i danni della corruzione, che vede l' Italia primatista europea al secondo posto dopo la Bulgaria.
La soluzione proposta?
Il varo dell' ennesimo "codice etico" in Comune, di cui tutti si faranno un baffo, come adesso delle leggi e del rispetto del ruolo istituzionale.
E, naturalmente, la solita solfa delle prediche ai bambini nelle scuole in perfetto scolastichese: "Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi."
Bisogna avere invece il coraggio di dire la verità: lo Stato Italiano è intimamente corrotto da sempre e la corruzione è diffusa nella società italiana come un cancro in metastasi, come dato antropologico derivato da quello che i sociologi chiamano "familismo amorale", contro cui non sono mai state fatte campagne di bonifica radicale, e che è alla base anche del radicamento sociale della criminalità organizzata.
Il ceto politico e dirigente è il prodotto che autoalimenta e amplifica questa società marcia, che tutti conoscono ed è oggetto di libri, spettacoli, battute e film (come anche l' ultimo di Checco Zalone: enorme successo italiano perchè tutti si identificano).
E' pia illusione sperare di curare questo cancro con l' aspirina di nuovi regolamenti e di predicozzi nelle scuole.
L' Italia andrà a sbattere come la nave di Schettino, emarginata ed isolata nel Sud dell' Europa: e la chiusura dei confini austriaci sono solo un primo segnale di quello che verrà.
Da questo naufragio FORSE nascerà la voglia e la consapevolezza di cambiare rotta e rigenerare il tessuto sociale e politico: ma sarà una vicenda traumatica.
Ancora non hanno capito che i Triestini, che provengono da ben diversi modelli di organizzazione statale e sociale, non hanno intenzione di farsi trascinare in questo sfacelo.
Tra non molto questa realtà sarà sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che sperano che le cose si metteranno a posto da sole, e le scelte saranno necessarie: perchè le belle parole delle maestre in classe e i regolamenti scritti sulla carta non basteranno.
"Corruptissima re publica plurimae leges"- Tacito
(moltissime sono le leggi - e i Codici Etici ndr - quando lo Stato è molto corrotto)
Ecco il testo:
Corruzione, Italia seconda in Europa dopo la Bulgaria
di Franco Belci.
Secondo una recente statistica di Transparency International,
l'Italia è, dopo la Bulgaria, il Paese più corrotto
d'Europa. Il dato non solo è drammatico sul piano della
credibilità istituzionale e politica, ma ha riflessi pesanti anche
su quello economico. E' stato calcolato che la corruzione sottrae
al bilancio pubblico circa 60 miliardi all'anno, cui si aggiungono
gli oltre 100 dell'evasione fiscale e i 43 di quella contributiva.
Se si disponesse di queste risorse sarebbe possibile, per fare
un solo esempio, varare un piano di investimenti pubblici capaci
di far ripartire l'economia e creare occupazione, com'è
avvenuto negli Stati Uniti.
Le politiche di contrasto a questo tipo di illegalità si sono affidate
a norme spesso ambigue e perciò aggirabili, in quella
che appare talvolta una sorta di tollerata convivenza tra legalità
e illegalità. L'attuale governo, dopo gli iniziali annunci, non
ha avuto il coraggio di invertire la tendenza frenato da alcuni
degli interessi rappresentati al suo interno, ma anche perché è
sempre più labile nella classe politica italiana la convinzione
che la tensione etica debba costituire un presupposto indispensabile
per ridare credibilità alla politica.
Eppure non sono troppo lontani nel tempo esempi di Paesi
nei quali il livello di corruzione ha generato sfiducia nelle istituzioni
aprendo la strada a crisi politiche ed economiche, e osservatori
attenti attribuiscono le attuali difficoltà della Cina al
diffondersi del fenomeno. In assenza di un agire orientato al
bene comune il riferimento principale appare, sempre più
spesso, quello degli interessi che, in Parlamento o al governo,
si rappresentano.
Ultimo esempio in ordine
di tempo il comportamento
che ha portato alle dimissioni
del ministro Guidi, nel quale
è evidente lo scarso rispetto
del ruolo istituzionale o forse
un'inaccettabile inconsapevolezza
dei doveri che ne derivano.
Non è più rinviabile
quel ripensamento profondo
della politica e delle sue regole
che costituisce la più necessaria
anche se la più difficile
delle riforme. Bisognerebbe
cominciare dai fondamentali, riconoscendo che vanno evitati
non solo i comportamenti illegittimi, ma pure quelli inopportuni,
che allargano ulteriormente le maglie di un lassismo già
troppo diffuso.
Altrimenti, passo dopo passo, si rischia di stravolgere la funzione
dei ruoli istituzionali facendone trampolini per il privilegio,
piccolo o grande che sia. Sta qui uno dei limiti più gravi
dell'azione di questo governo: quando il mantra della (autodichiarata)
efficienza assorbe ogni altro riferimento e non è percepibile
un quadro esplicito di principi e valori cui ispirarsi, il
cambiamento non ha una direzione e un senso, e prevale spesso
il puro esercizio del potere che ciascuno esercita rispondendo
innanzitutto ai propri riferimenti. Pensiamo che sia urgente
affrontare il tema con fermezza e decisione a ogni livello di
amministrazione e per questo abbiamo segnalato, nella lettera
pubblica inviata al sindaco, la necessità di farne un punto
qualificante dell'azione della prossima amministrazione per
quelle che sono le competenze del governo locale. Abbiamo
indicato qualche veloce proposta: un codice etico che riguardi
gli assessori e i consiglieri, regole che evitino conflitti d'interesse
nell'amministrazione, parametri per verificare la compatibilità
degli incarichi e indicazioni per evitarne la proliferazione,
individuazione di prassi e procedure capaci di favorire trasparenza
amministrativa e accessibilità agli atti, lotta all'evasione.
Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale
diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire
che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi.
Nessun commento:
Posta un commento