Sull' autorevole Corriere della Sera del 7 gennaio leggiamo dell' autocritica del responsabile economico della Bank of England che aveva previsto disastri con la Brexit: in realtà l' economia inglese va molto bene (clicca QUI per l' articolo che riportiamo anche sotto).
Ogni tanto la verità fa capolino fra quintali di disinformazione che con le nostre modestissime forze cerchiamo di contrastare.
Ricordate le previsioni tremende prima e subito dopo il voto "populista" che ha determinato la Brexit?
Erano tutte balle, esattamente come le catastrofi previste per la vittoria del NO al referendum italiano e per la vittoria di Trump: tutti voti che non piacevano alle èlite finanziarie, perchè contro i loro interessi, e pertanto denigrati sui media con l' utilizzo del termine "Populista" in senso spregiativo.
La realtà è però ben diversa come vedimo dal seguente articolo, ed anche dall' articolo di Repubblica (clicca QUI), che dovremo tener ben presente quando si tratterà dell' uscita dall' Euro che sta massacrando l' economia (tranne quella tedesca) o dell' abolizione del Job Act che fa parte dello stesso quadro economico:
LA BANCA D’INGHILTERRA E LA BREXIT
Il mea culpa in ritardo del capo economista
Andy Haldane non è stato l’unico in verità ad avere disegnato scenari da incubo:
il fronte pro Unione ha agitato a lungo l’arma (perdente) del terrore allo scopo
di convincere gli elettori incerti - di FABIO CAVALERA
A
distanza di sei mesi e con in mano i dati della produzione, dell’occupazione e
della Borsa di Londra, Andy Haldane alza le mani e chiede scusa: più che i
mercati e più che l’economia britannica traballano gli economisti che leggono
male il futuro.
Nella sfera di cristallo gli analisti hanno visto numeri macroeconomici da
crollo ma che in realtà «il comportamento dei consumatori e il mercato» hanno
marciato in direzione opposta. Il sistema non è imploso. Così Andy Haldane
fotografa lo stato dell’arte (positivo) e paragona gli scivoloni degli
economisti (2008 e 2016) alla figuraccia a cui si espose il guru della
meteorologia Michael Fish. Il quale dalla Bbc il 15 ottobre 1987 ai timori di
un uragano rispose: non ci sarà. Invece arrivò e portò 19 morti nel Sudest
inglese. E da allora ecco il ritornello: «L’errore di Michael Fish». Ripescato
da Andy Haldane.
Il
quadretto post Brexit è quanto mai confuso. Chi ha cavalcato lo strappo con l’Europa legge soddisfatto le statistiche
2016 con la crescita del Pil attorno al 2 per cento. Al contrario chi rimpiange
l’Europa continua a immaginare il buio. La cosa migliore è attenersi alla
realtà e il capo degli analisti della Banca d’Inghilterra la riassume così:
«C’è una distanza interessante fra l’alto grado di incertezza politica e ciò
che vediamo nell’economia». Insomma, non siamo sul precipizio.
Brexit
uguale disastro. O Brexit uguale rinascita. Chi osserva da lontano la disputa e di sicuro avrà apprezzato la
marcia indietro di Andy Haldane è sua maestà, nonostante gli acciacchi
influenzali del Natale e Capodanno. Con gli economisti ha un conto in sospeso.
Impossibile non ricordare, nel pieno della crisi finanziaria, il 5 novembre
2008, la sua visita alla prestigiosa London School of Economics quando agli
accademici chiese: «Come mai nessuno ha previsto? Terribile». Un nutrito
drappello di professori inviò poi a Elisabetta una lettera per spiegarle la
fallibilità della scienza economica. Lo scherzetto della mancata lettura del
tracollo finanziario ai Windsor è costato 25 milioni di sterline. Pure a
Buckingham Palace hanno bisogno di capire per tempo. Gli economisti si diano
una raddrizzata.
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