Il paginone del 10 agosto sul Piccolo è confezionato in modo
da far credere che ci sono investitori arabi interessati a Porto Vecchio.
A parte il fatto che gli investimenti arabi e
sauditi a Bruxelles e altrove sono notoriamente all’ origine del radicamento delle moschee wahabite legate al terrorismo islamista, vediamo come stanno veramente le cose:
sauditi a Bruxelles e altrove sono notoriamente all’ origine del radicamento delle moschee wahabite legate al terrorismo islamista, vediamo come stanno veramente le cose:
1) si è dileguato per evidente antieconomicità il prospettato acquirente dell’ area data in concessione per 90 anni alla Greensisam di Maneschi che avrebbe dovuto essere la prima a venir realizzata con un progetto cui ha contribuito l’ ineffabile Sgarbi autore del “vincolo architettonico idiota” del 2001, casualmente lo stesso anno della concessione novantennale alla Greensisam.
2) Maneschi cerca di guadagnarci qualcosa dando la colpa al
Comune per l’ assenza di un progetto complessivo per Porto Vecchio ma intanto
in due anni dalla concessione della licenza edilizia non ha fatto assolutamente niente provocando,
ovviamente, la decadenza della licenza stessa.
3) Dipiazza mena il can per l’ aia e continua il bluff urbanistico - turistico del PD tentando di far credere
che c’è un progetto organico presentato a fantasmatici emiri arabi interessati.
Ma in realtà si tratta della società di consulenza con sede negli Emirati (la Rmjm Fz Llc di Dubai) che si era proposta assieme al Gabinete de projetacao arquitetonica di San Paolo del Brasile a sostegno della Tecnic consulting engineers di Roma, nella gara per "advisor" (consulente) poi vinta da Ernst&Young.
Si continua così nell’ equivoco, già alimentato dal PD, di tentare di far credere che costoro, come la vincitrice “Ernst & Young”, siano investitori e non invece solo semplici consulenti e progettisti interessati alla parcella di 180.000 euro messa in palio dal Comune.
Ma in realtà si tratta della società di consulenza con sede negli Emirati (la Rmjm Fz Llc di Dubai) che si era proposta assieme al Gabinete de projetacao arquitetonica di San Paolo del Brasile a sostegno della Tecnic consulting engineers di Roma, nella gara per "advisor" (consulente) poi vinta da Ernst&Young.
Si continua così nell’ equivoco, già alimentato dal PD, di tentare di far credere che costoro, come la vincitrice “Ernst & Young”, siano investitori e non invece solo semplici consulenti e progettisti interessati alla parcella di 180.000 euro messa in palio dal Comune.
4) L’ “Advisor” (consulente) Ernst & Young avrebbe
dovuto consegnare alla fine di luglio la
seconda parte dello studio, dopo la penosa "presentazione" preelettorale che spiegava che a Trieste c'è il mare ed era il porto della Mitteleuropa, ma non s' è visto niente di pubblico e non si capisce perché ora il Comune coinvolga società di consulenza precedentemente scartate, e sulla
base di uno studio certamente non completo, se non per parare il colpo di Maneschi facendo credere che ci sia qualcosa di
concreto, oltre a conoscenze triestine comuni.
5) L’ unica cosa certa in Porto Vecchio sono i soldi
pubblici finora spesi che tra Advisor e Trenino superano il mezzo milione e
senza alcuna utilità vista l’ antieconomicità di tutta la faccenda della “sdemanializzazione”
/ privatizzazione / urbanizzazione.
6) Dipiazza insiste nella cretinata di mettere in Porto
Vecchio, che ha ancora il Punto Franco nella fascia costiera, il mercato ittico
all’ ingrosso: come se nel Punto Franco dell’ aereoporto di Ginevra mettessero
il mercato delle trote e dei funghi porcini…
L’ unico utilizzo possibile ed economicamente valido è
quello che indichiamo da sempre: insediamenti produttivi di servizi e attività
Hi Tech e legate all’ economia del mare con utilizzo dei vantaggi del Punto Franco
e di una No Tax Area.
Si abbandonino le fumisterie urbanistiche e paraturistiche VELLEITARIE, ANTISTORICHE, ANTIECONOMICHE E INCONCLUDENTI e si segua la strada concreta dell’ utilizzo produttivo con fiscalità di vantaggio e i frutti arriveranno rapidamente per una città sull’ orlo del tracollo economico e occupazionale.
Sappiamo che sarà dura ammettere che “gli indipendentisti avevano ragione” ma la realtà è questa.
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