RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

giovedì 25 agosto 2016

IL MINISTRO DEI TRASPORTI DELRIO PREME SUL CIPE PER L' APPROVAZIONE DELL' OFF-SHORE DI VENEZIA: IL PROGETTO DI TERMINAL PORTUALE PENSATO PER TOGLIERE I TRAFFICI ORIENTE-OCCIDENTE A TRIESTE SOSTENUTO DAL SINDACO DI VENEZIA AMICO DI DIPIAZZA - MENO CHIACCHIERE SUL BURCHINI PIU' DIFESA DEI TRIESTINI -

CONFERMATO L' INTERESSE NAZIONALE ITALIANO A SVILUPPARE IL PORTO DI VENEZIA A SCAPITO DI QUELLO DI TRIESTE.
Come volevasi dimostrare: il Governo Italiano appoggia il progetto e sollecita il CIPE ad approvare il porto off-shore di Venezia pensato apposta per intercettare i traffici della "Nuova Via della Seta" tra Oriente ed Europa altrimenti destinati naturalmente al Porto Franco Internazionale di Trieste.
Un progetto elefantiaco dal costo di oltre tre miliardi quando per un nuovo Terminal a Trieste, che ha già in fondali, basterebbe meno di un decimo: ma la mangiatoia  dei partiti italiani vuole così, come per il MOSE.
E l' interesse nazionale italiano è sempre quello di NON puntare e sviluppare il Porto Franco Internazionale di Trieste come si è verificato da 100 anni a questa parte.


Dipiazza ha costruito la sua campagna elettorale sull' amicizia e la collaborazione con Brugnaro,sindaco di Venezia e acceso sostenitore dell' off-shore veneziano.
La solita convergenza di Centro Destra e Centro Sinistra sulla questione di Trieste.


Quando l' economia va male, e si tirano bidoni ai cittadini, tentano sempre di parlare d' altro e di indirizzare l' attenzione su questioni irrilevanti e prive di significato economico: quando l' opinione pubblica finirà di scannarsi sulla questione se una donna ha il diritto di fare il bagno con un maglione da sci o in quale sala effettuare le unioni civili si renderà conto che intanto c' era chi pensava al sodo, ma sarà troppo tardi.


Riportiamo per intero il paginone della Nuova Venezia (clicca QUI) il giornale gemello del Piccolo ora diretto dal suo ex-direttore Possamai: naturalmente il Piccolo filogovernativo e filo PD si guarda bene dal riportare la notizia.


Venezia. Delrio al Cipe: «Avanti con l’off-shore»

Il ministro scrive al Comitato per chiedere l’approvazione del progetto preliminare e l’autorizzazione ad avviare i lavori
VENEZIA. Il progetto del porto off-shore fa un passo avanti. Forse decisivo. Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha infatti scritto al Cipe chiedendo l’approvazione del progetto preliminare Voops (Venice off-shore on-shore port system) e l’autorizzazione ad avviare i lavori del primo lotto (fase 1) e la progettazione definitiva. Un atto che il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa aspettava da mesi. «Ringrazio il ministro per aver tenuto fede a quanto aveva promesso», commenta Costa, prossimo alla scadenza da presidente, «questo ci consente finalmente di andare avanti con la ricerca dei finanziamenti privati». Soldi che dovrebbero arrivare dalla Cina, per coprire la parte privata dell’investimento di circa 2 miliardi di euro, in parte finanziato dallo Stato con 948 milioni per le difese a mare e il porto petroli.
La lettera, partita dalla direzione generale del ministero delle Infrastrutture, è datata 8 agosto. Il ministero propone al suo comitato che distribuisce i finanziamenti per le opere pubbliche «l’approvazione in linea tecnica del progetto preliminare “Hub portuale di Venezia, piattaforma d’Altura al Porto di Venezia e Terminal container Montesyndial” con le prescrizioni e le raccomandazioni delle amministrazioni competenti, degli enti gestori delle interferenze e del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, anche ai fini della attestazione della compatibilità ambientale, della localizzazione urbanistica e della apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e l’autorizzazione all’avvio dei lavori della Fase 1 (primo lotto) e della progettazione definitiva fase 1 (lotto 2)».
Adesso toccherà al Cipe mandare avanti la pratica. Ma sembra alquanto improbabile che il comitato interministeriale possa ignorare l’invito del suo ministero a procedere.
Un atto che arriva dopo qualche mese di silenzio. Opinioni contrastanti anche all’interno del centrosinistra sull’opportunità di avviare la grande struttura al largo di Chioggia che dovrebbe ospitare le navi portacontainer transoceaniche di ultima generazione. «Ma è l’unica occasione per rilanciare la portualità italiana», ripete Costa, «opera in qualche modo risarcitoria del porto veneziano che altrimenti si troverebbe penalizzato con le opere del Mose». Per questo, proprio quando Costa era sindaco nei primi anni Duemila, si era progettata su richiesta del Comune la conca di navigazione a Malamocco. Centinaia di milioni di euro di spesa, ma la struttura si è rivelata presto inadeguata. Troppo piccola per le navi moderne, già inutilizzabile. «Portando i container al largo si intercetta il traffico del futuro», insiste l’Autorità portuale, «e questo non va a danno di nessuno, né di Trieste né del Tirreno».
Un grande progetto nato anche per mettere in pratica, dopo più di 40 anni, i dettami della Legge Speciale che prescriveva allora di allontanare i traffici petroliferi dalla laguna.
L’off-shore al largo consentirebbe di tenere fuori dalla laguna le petroliere e anche le grandi portacontainer. Le merci sarebbero caricate e trasportate a Marghera, nella nuova area logistica ricavata nell’ex Montesyndial. «Daremo lavoro a 1600 persone», promette Costa. Chi pagherà i costi della nuova grande opera? 948 milioni sarebbero a carico dello Stato, un miliardo e trecento milioni dei privati. Compagnie di armatori cinesi che Costa sostiene di avere già disponibili. Qualche mese fa li ha presentati al sindaco Luigi Brugnaro, in luglio a un convegno sulle Vie della Seta organizzato dalla fondazione di Romano Prodi e Enrico Letta. Un progetto su cui Costa punta molto. Che adesso ha fatto un importante passo avanti. Già nella prossima seduta il Cipe potrebbe esprimersi come richiesto dal ministro sul progetto Voops e sbloccare autorizzazioni e finanziamenti.

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