Cari amici Americani,
avete lasciato un buon ricordo di tempi
migliori venuti dopo una guerra devastante, ma da quando ve ne siete andati nel
1954 non avete fatto nulla per rimediare al declino del Porto Franco
Internazionale di Trieste e della città che avete sciaguratamente affidato all’
Italia, lasciando che questo scassatissimo stato facesse i suoi affari e abusi
senza intervenire: anche perché ciò era funzionale alla “guerra fredda” che a
noi è costata carissima.
Adesso, dopo decenni di crisi e decadenza, si presenta la possibilità di rilanciare il ruolo naturale di Trieste che è quello di snodo intermodale nave -ferrovia tra l’ Europa e l’ Oriente, come fu ai tempi dell’ Impero, facendola diventare il terminal della Via della Seta Marittima.
Ma si vedono anche i segnali di una
nuova “guerra fredda” stavolta con la Cina, alleata a sua volta con la Russia.
Scusate ma Trieste ha già dato molto,
troppo, alle guerre calde e fredde altrui.
Nel Porto Franco di Trieste ci sono già operatori di varie nazionalità: turchi, danesi, svizzeri, austriaci, tedeschi ecc. e ci sono concreti interessamenti di Ungheresi (area ex Aquila) , Dubai (DP Word), e Cinesi tutti e tre per terminal portuali.
Un accordo in sede UE (Trihub) viene
negoziato per investimenti cinesi sulle ferrovie riguardanti il nostro porto.
Non vi vanno bene gli investimenti cinesi a Trieste (mentre l’ Italia non ha un soldo perchè è alla canna del gas) ?
OLTRE AL NO AI CINESI AVETE QUALCOSA DI
MEGLIO O ALMENO DI EQUIVALENTE DA OFFRIRE?
AVETE INVESTIMENTI E GRANDI PROGETTI DA
PROPORRE ?
VOSTRI DIRETTAMENTE O DI VOSTRI AMICI
CHE NON SIANO GIA' PRESENTI O IN TRATTATIVA ? E CHE SIANO DI GRANDE LIVELLO?
BEN VENGANO: SIAMO UN PORTO FRANCO
INTERNAZIONALE APERTO A TUTTI !
Volete riprendervi la gestione di Porto e Città che vi era stata affidata come da Trattato di Pace del '47 dando il benservito all’ Italia e denunciando il Memorandum del '54? Benissimo, meglio ancora!
Ma non chiedeteci la rinuncia a investimenti esteri e di rimanere nella paralisi e nella decadenza gestita da una “classe politica” locale sciagurata e da terzo mondo, inseriti in un contesto economico - politico fallimentare, estraneo e ostile come quello italiano.
Non chiedeteci di commuoverci fino alle lacrime per il sostegno che istituzioni finanziarie americane danno al debito pubblico nazionale italiano per contenerne il famigerato "spread", nè di suicidarci in nome di qualche ideologia.
Ormai qui non c’è più nessuno disposto a morire gratis per Roma, Washington, Pechino, Mosca, Berlino o qualsiasi altra capitale.
Non si vive di retorica e parole alate e qui ce ne siano accorti da tempo, cominciando dal fatto che Italianità e Tricolore non si mangiano, anzi sono indigesti...
Tutti qui preferiamo la California alla
Siberia ma: "prima vedere progetti seri e finanziamenti poi vedere
cammello (porto) e consenso popolare"…
I giovani triestini stanno emigrando e
la popolazione cala per mancanza di lavoro: questo deve finire. E chi viene a
investire rispettando le regole e le leggi è benvenuto.
Preghiamo tutti di non venire a fare guerre calde o fredde a casa nostra: il Porto Franco Internazionale è a disposizione della intera comunità internazionale, senza preferenze e distinzioni.
Vorremmo poter decidere noi del nostro
futuro e non essere più trattati come una colonia, anzi colonia di una colonia.
Grazie per l' attenzione.
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