Sui nuovi assetti di organizzazione del territorio regionale
proposti dall' assessore regionale Robert bisogna considerare che:
1) Lo sviluppo del Porto Franco Internazionale di Trieste come
terminal della Nuova Via della Seta necessita di strumenti di governace del
territorio autonomi ed efficienti per governarne la crescita e l’ evoluzione
nell’ interesse dei triestini.
Non è possibile dipendere da Roma o dalla Regione per ogni
sciocchezza perché i tempi dei mercati internazionali non sono quelli infiniti
della burocrazia italiana: 4 anni di niente di fatto per Porto Vecchio e mesi
di attesa per poter avviare (mancavano i doganieri) un Punto Franco dietro la
Wartsila lo testimoniano.
Sono anzi necessarie competenze autonome molto rilevanti,
superiori a quelle attuali della stessa Regione Autonoma FVG: maggiori
autonomie che la Regione deve negoziare con Roma e riversare sugli enti territoriali.
Creare un unico ente di gestione del territorio che coinvolga l’
ex Provincia di Gorizia (comprendente zone friulane), che è territorio
disomogeneo a Trieste su molteplici piani e con interessi diversi dove mai si è
manifestato un significativo movimento autonomista o indipendentista, è
farraginoso, controproducente e compromette l’ efficienza dell’ ente
territoriale in una ragnatela di veti incrociati e reciproci sospetti.
2) La prerogativa unica del Porto Franco Internazionale di
Trieste e del territorio circostante dipende dalle leggi internazionali
conseguenti al Trattato di Pace del 1947, recepito anche dalla UE, che sono
strettamente connesse con l' assetto territoriale del TLT.
Tant’è che attualmente il Porto di Monfalcone non può essere Porto Franco perché fuori dai confini di allora.
Tant’è che attualmente il Porto di Monfalcone non può essere Porto Franco perché fuori dai confini di allora.
Annacquare queste prerogative in un ente territoriale che
comprenda la provincia di Gorizia, prevedendo addirittura un’ alternanza di
presidenze (un presidente Goriziano che governa a turno il territorio del Porto
Franco di Trieste ?!?!!!?) come ha detto Roberti, è sbagliatissimo e anche un
po’ folle.
Oltre ad aprire la strada a contestazioni europee del Porto Franco e a tentativi di spostamento del medesimo, anziché rafforzarne la specificità rivendicando la piena attuazione dell’ Allegato VIII.
Oltre ad aprire la strada a contestazioni europee del Porto Franco e a tentativi di spostamento del medesimo, anziché rafforzarne la specificità rivendicando la piena attuazione dell’ Allegato VIII.
3) La dimensione di Trieste, storicamente determinata dalla
“Reichsunmittelbare Stadt Triest”, è quella della “Città Stato Portuale” come
lo sono Brema e Amburgo che sono tuttora Stati autonomi nella federazione germanica.
Perché questa è la dimensione amministrativa migliore e più efficiente per i porti internazionali che devono confrontarsi con i mercati mondiali e non con le burocrazie centralistiche: da Singapore a Hong Kong.
Perché questa è la dimensione amministrativa migliore e più efficiente per i porti internazionali che devono confrontarsi con i mercati mondiali e non con le burocrazie centralistiche: da Singapore a Hong Kong.
Dipiazza si è attovagliato con esponenti di “Progetto FVG”
mangiando la tartara e “incassando la disponibilità di Saro a ragionare su un
allargamento dell’area vasta all’ex provincia di Gorizia” come dice il Piccolo.
E’ comprensibile che un nativo di Aiello del Friuli, molto ansioso di presiedere
un “area vasta”, non si rendesse ben conto della polpetta avvelenata in
preparazione per Trieste.
Noi invece non mangiamo la tartara e neanche la polpetta avvelenata e siamo ben lieti di dar ragione ai goriziani, isontini e friulani che non ci stanno.
P.S.
Noi invece non mangiamo la tartara e neanche la polpetta avvelenata e siamo ben lieti di dar ragione ai goriziani, isontini e friulani che non ci stanno.
P.S.
Consiglio Comunale di Monfalcone – resoconto del Piccolo del 30/11/2018 :
“Da registrare una presa di posizione da parte del consigliere Pd Fabio
Delbello, esperto di logistica e trasporti, che ha rinnovato la richiesta di
estendere a Monfalcone il Porto Franco.
Irrinunciabile per il consigliere di opposizione la fusione dei due scali
ma «Se deve essere Porto di Trieste-Monfalcone e se il porto di Trieste è porto
franco, per logica proprietà transitiva si dovrà parlare anche di Porto franco
di Trieste-Monfalcone».
Crediamo superfluo spiegare nuovamente per quale motivo non è possibile
estendere il regime di porto franco al di fuori della zona A. Trattato di pace,
Memorandum di Londra, previgenza della legge rispetto al trattato di Roma alla
base della UE...
Figurarsi cosa succederebbe e che spinte ci sarebbero a spostare ANNACQUANDO
il regime di Porto Franco se i territori di Trieste, Gorizia e Isontino fossero
unificati in un unico ente territoriale.
Salve
RispondiEliminaSiamo un gruppo finanziario privato. Siamo italiani, concediamo il prestito da 2.000 € a 200.000 € al massimo , se siete un libero professionista, uno studente universitario,una casalinga o un disoccupato, potete ottenere un prestito veloce per risolvere le vostre difficoltà finanziarie.È affidabile e sicuro.
Contattaci via e-mail per maggiori informazioni: ambrosinigisele@gmail.com