Leggiamo nuovamente sul Corriere della Sera, edizione del Veneto, del nuovo progetto per il Porto di Venezia che sostituirebbe il cassato Off-Shore ovvero l’ isola artificiale ad otto miglia dalla Costa.
I nuovo “Mini off-shore” di chiama “Banchine ad Alti Fondali”, Deep waters
banks, con fondali di 16 metri in mezzo ai banchi di sabbia.
Stavolta non più chiatte speciali “mama vassel” per trasferire i container
a terra con una “rottura di carico” bensì un collegamento alle reti ferroviarie
e autostradali con un maxi viadotto di due chilometri e mezzo che gli
operatori turistici temono possa avere effetti fortemente negativi sulle
spiagge di Sottomarina e Isola verde.
Inoltre il progetto prevede che il 60% del traffico generato sarebbe su
strada andando ad intasare un sistema viario retrostante inadeguato.
Un progetto anche in questo caso faraonico che prevede la spesa di almeno
un miliardo e mezzo di Euro.
Altri precedenti articoli annunciavano la presenza come finanziatori dei
cinesi della CCCC, ma in realtà il loro coinvolgimento risulta essere solo per
una commessa di progettazione che utilizza i 4 milioni messi a disposizione da
una precedente "legge finanziaria": insomma soldi pubblici buttati al vento.
In altre parole: siamo di fronte all’ ennesimo progetto destinato a fallire
perché la scarsa accessibilità nautica del Porto di Venezia, che insiste
testardamente a voler fare il terminal dell’ Alto Adriatico al posto di
Trieste, è causata dalla natura e dalla geologia, ovvero dal Padre Eterno, e
non si possono costruire porti con fondali profondi in mezzo alla sabbia che
viene mossa e accumulata da ogni maltempo.
Bisogna farsene una ragione.
Bisogna farsene una ragione.
Laconicamente dico, una boiata tremenda. In italia non si è capaci di decidere chi fa che cosa valutando il merito: la sindrome di Icaro.
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