Nelle questioni di indipendenza e
sovranità c’è
sempre il momento in cui il piano del diritto e della legittimità lascia il
campo a quello del potere ovvero della forza (politica,
economica, diplomatica, militare...).
Ieri la dirigenza catalana dopo aver valutato le forze in campo ha evidentemente concluso che non vi erano le condizioni per vincere rapidamente e con pochi danni uno scontro frontale con Madrid, in cui anche la componente di boicottaggio economico e perfino di impegno militare poteva avere notevole peso.
Ieri la dirigenza catalana dopo aver valutato le forze in campo ha evidentemente concluso che non vi erano le condizioni per vincere rapidamente e con pochi danni uno scontro frontale con Madrid, in cui anche la componente di boicottaggio economico e perfino di impegno militare poteva avere notevole peso.
L’ indipendenza è stata solo annunciata verbalmente ed un minuto dopo
sospesa.
Poi è stata firmata una “dichiarazione d’ indipendenza” solo simbolica e non votata dal Parlamento unico organo deputato a proclamarla ufficialmente.
Poi è stata firmata una “dichiarazione d’ indipendenza” solo simbolica e non votata dal Parlamento unico organo deputato a proclamarla ufficialmente.
Il Premier spagnolo Rajoy, con una certa ironia, oggi ha detto: “Puigdemont deve chiarire se ha dichiarato o meno l'indipendenza della Catalogna", dalla risposta ufficiale dipenderanno le conseguenze.
La richiesta di chiarimenti da parte di
Rajoy mette il presidente della Generalitat catalana con le spalle al
muro.
Ma rappresenta anche una forma temporanea di apertura, se paragonata all’attivazione diretta dell’art.155 della Costituzione, che provocherebbe il caos e problemi gravissimi anche di ordine pubblico, che al momento è in pausa. Vedremo presto che risultati avrà la mossa di Madrid.
Ma rappresenta anche una forma temporanea di apertura, se paragonata all’attivazione diretta dell’art.155 della Costituzione, che provocherebbe il caos e problemi gravissimi anche di ordine pubblico, che al momento è in pausa. Vedremo presto che risultati avrà la mossa di Madrid.
Alcuni osservatori ipotizzavano una
soluzione “slovena” ovvero
un rapido scontro anche militare con una successiva separazione quasi
consensuale.
Ma la situazione slovena era radicalmente
differente: la Slovenia è stata immediatamente riconosciuta, in
primis dalla Germania che la secessione la aveva incoraggiata anche con aiuti
economici e perfino militari per la costituzione della Milizia Territoriale
che, perfettamente armata, è intervenuta subito presidiando i punti nevralgici (e ciò nonostante la situazione nella ex-Jugoslavia è poi degenerata come sappiamo bene).
Infatti i Balcani del Nord erano ormai stabilmente nell’ “area
del marco” che costituiva quasi una valuta parallela al dinaro mentre in Spagna
il fedele esecutore delle politiche della Germania, fortemente coinvolta nel
sistema bancario e finanziario spagnolo, è il governo di Madrid di Rajoy.
E la UE a guida tedesca ha fatto chiaramente capire che non ci sarà alcun riconoscimento per
la Catalogna indipendente, al contrario di quanto avvenuto con Slovenia,
Croazia e perfino Kosovo.
Infatti per la Spagna la perdita di una
regione che
rappresenta il 20% del PIL sarebbe una catastrofe economica, per il debito
pubblico, per le banche e la finanza in cui, ripetiamo, la finanza di Berlino è
pesantemente coinvolta.
Il boicottaggio anticatalano delle banche
si è già visto.
Non solo, ma gli effetti dell' indipendenza catalana su Euro, assetti statuali europei e Nato potrebbero diventare dirompenti, a cascata e soprattutto temuti.
La UE, ovvero Berlino, non vuole caos in Spagna dove deve recuperare i suoi crediti.
Per cui c'è chi si impegna a rabbonire perfino Rajoy, o a sostituirlo se troppo intransigente, al di là delle apparenze feroci delle dichiarazioni alla stampa: in fondo due milioni di voti per l' indipendenza con centinaia di seggi chiusi e la Guardia Civil che pestava i votanti non sono cosa che si possa trascurare...
Se non ci sono le condizioni per vincere uno scontro bene, rapidamente e senza gravi conseguenze per la popolazione una dirigenza seria sceglie il compromesso e, se necessario, innesca anche una sgradevole e impopolare retromarcia rispetto a posizioni che portano all' urto frontale, evitando "ultimatum" che non è in grado di sostenere.
Pertanto si è arrivati ad una strana
forma ibrida di “Indipendenza Sospesa”: la Catalogna Indipendente è esistita
per quasi un minuto per poi essere "sospesa".
Così la Catalogna indipendente è finita in una specie di Limbo degli stati.
La situazione Catalana si evolverà probabilmente in qualche forma di
autonomia spinta, forse anche con modifiche dello stato spagnolo in senso
federalista e addirittura repubblicano visto il vasto discredito della
monarchia e la pessima prova fornita in questi giorni (vedi nota).
A meno che rigidezze e settori politici e militari madrileni non provochino una precipitazione degli eventi al momento non prevedibile.
A meno che rigidezze e settori politici e militari madrileni non provochino una precipitazione degli eventi al momento non prevedibile.
Come il referendum sull’ indipendenza
scozzese ha portato
un maggior grado di autonomia alla Scozia è probabile che qualcosa di simile
accada per la Catalonia e sarebbe un successo nel quadro internazionale attuale
e con le forze in campo.
Diversa è la situazione italiana dove la classe politica è, se non alla
frutta, almeno al "rosatellum" del dessert: autorevoli, capaci e
fedeli esecutori delle politiche UE non se ne vedono e anche il giovane
sbruffone fiorentino è stato pesato, valutato e trovato insufficiente.
Nel suo "testamento politico" l' ex ministro delle finanze tedesco Schäuble ha praticamente condannato l' Italia (clicca QUI) eliminando ogni flessibilità di bilancio e prevedendo default programmati.
Il suo successore alle Fiananze di Berlino (cioè UE) sarà un falco del FDP ancora più duro.
La situazione economica italiana è destinata alla stagnazione, come quella di tutta la periferia sud-europea.
Ma le regioni produttive del Nord sono saldamente inserite nella "catena di valore"
tedesca (anche Trieste lo è con il suo Porto
Franco che lavora al 90% con la Mitteleuropa e fornisce il 40% del
fabbisogno petrolifero della Germania e il 90% dell’ Austria) e ben
difficilmente si lasceranno trascinare
nel naufragio meridionale mentre sarà sempre maggiore l’ attrazione
del Nocciolo Europeo: la Kerneuropa teorizzata da Schäuble fin dal 1994.
Questa particolare situazione geopolitica apre la strada ad ipotesi di integrazione progressiva nella Kerneuropa, in forme ancora non prevedibili.
Questa particolare situazione geopolitica apre la strada ad ipotesi di integrazione progressiva nella Kerneuropa, in forme ancora non prevedibili.
I referendum autonomisti del 22 ottobre in Veneto e in Lombardia si svolgeranno in questo quadro e potranno avere conseguenze importanti anche da noi, innescando un ciclo di autonomismo e di riforme costituzionali di cui Trieste farebbe bene a trarre profitto per realizzare obbiettivi di elevata autonomia amministrativa e fiscale.
Su queste esperienze catalane è bene che ci sia una attenta riflessione, anche da parte di un movimento indipendentista triestino che, pur avendo il merito storico di aver posto la questione del Porto Franco al centro dell’ attenzione dopo decenni di oblio, dopo un tentativo di scontro frontale con un avventurista “ultimatum all’ Italia” senza seguito, si è frantumato, come spesso avviene quando si fanno minacce cui non seguono i fatti, e incartato concentrandosi solo su aspetti giuridici e di legittimità trascurando totalmente l’ aspetto della forza, politica innanzitutto, che la vicenda catalana dimostra essere fondamentale.
Soprattutto è importante lasciarsi aperte vie d' uscita su percorsi autonomisti, senza tagliarsi i ponti alle spalle, qualora maldestri tentativi di scontro frontale sul tema della sovranità, che scarsamente interessa ai cittadini oberati da problemi concreti e quotidiani, abbiano portato in vicoli ciechi e all' isolamento.
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