RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 24 aprile 2017

L' AUTORITA' PORTUALE DISPOSTA AD INTITOLARE IL CANAL GRANDE A MARIA TERESA SE IL COMUNE LO RICHIEDE, COME SUO COMPITO - ADESSO LA POLITICA VENGA ALLO SCOPERTO - RIPRESA LA NOSTRA PROPOSTA DI INTESTARE A JOSEF RESSEL IL MOLO DELLA STAZIONE MARITTIMA


Il Presidente D' Agostino attende una pronuncia del Comune per procedere all' intitolazione del Canal Grande a Maria Teresa d' Austria -
Sfora il muro del silenzio anche la nostra proposta di intitolare il Molo della Stazione Marittima a Josef Ressel, il concittadino che inventò l' elica navale, la posta pneumatica e rimboschì il Carso.

Dall' articolo odierno del Piccolo:

Nell’attesa arriva un’ulteriore proposta. «Prendiamo atto dell’ammissione di incompetenza del sindaco e ci auguriamo che il presidente D’Agostino riesca a provvedere in tempo anche a questa necessità simbolica ma importante, tanto più che Maria Teresa è ricordata per lo sviluppo del Porto Franco di Trieste - propone il gruppo di Rinascita triestina -. Osserviamo che se il Canale è di competenza dell’Autorità portuale altrettanto può dirsi dei moli. Nulla vieterebbe allora che il presidente D’Agostino, in una sola volta, intitolasse il Canal Grande a Maria Teresa e il molo della Stazione marittima a Joseph Ressel, l’illustre concittadino che inventò, brevettò e collaudò a Trieste nel 1829, addirittura, l’elica navale che rivoluzionò la navigazione di superficie, rese possibile quella subacquea e pose le basi per quella aerea. Un gigantesco merito dimenticato in città e che gli è valsa solo l’intitolazione di un vicoletto periferico». 

Il Piccolo 24/4 pag.18
L’Autorità portuale apre al Canal Grande dedicato a Maria Teresa.
Per D’Agostino nessun ostacolo all’intitolazione dell’area Lo stesso discorso vale per un monumento allo squero


di Fabio Dorigo
«Noi diamo una mano, non ci mettiamo certo di traverso». Il Porto di Trieste non si opporrà agli eventuali riconoscimenti per il trecentesimo genetliaco di Maria Teresa. Sia che si tratti dell’intitolazione del Canal Grande che dell’edificazione di un monumento nell’area del piccolo squero all’inizio dello stesso Canal Grande. Entrambe ricadono nel demanio marittimo e sono quindi di competenza dell’Autorità portuale. «Il Porto di Trieste ha un debito storico verso l’Austria», spiega Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale. «È pur vero che stiamo parlando di un’area demaniale gestita da noi. Ma, come nel caso del Parco del mare, l’Autorità portuale non entra nel merito delle scelte strategiche, storiche ed estetiche della città. È il sindaco che deve avere una visione della città. Quando mi dice cosa ha intenzione di fare noi aiutiamo queste decisioni. Sia nel caso dell’intitolazione che della statua. Con il sindaco ci ritroveremo per capire le reali intenzioni e per fare le scelte migliori per la città», aggiunge D’Agostino, che ha già incontrato alcuni rappresentati del Comitato per l’erezione di un monumento a Maria Teresa d’Austria e che ha ricevuto nei giorni scorsi un appello da parte delle 25 associazioni che hanno sottoscritto la petizione per l’intitolazione del Canal Grande. Il “non possumus” del primo cittadino Roberto Dipiazza («I canali fanno parte del demanio marittimo e non sono considerate aree di circolazione dal punto di vista toponomastico. Ne consegue quindi che non è possibile effettuarvi un’intitolazione») appare quindi superata. La precedente amministrazione, guidata da Roberto Cosolini, è riuscita a intitolare il Ponte Curto (Passaggio Joyce) che attraversa proprio il Canal Grande. «Non sono io il sindaco della città. Sono al massimo il sindaco del Porto. E in questa veste, se c’è un interesse pubblico della città, mi piego tranquillamente. Se il Comune prende una decisone noi siamo al suo fianco. È la città che deve dirmi a chi intitolare il canale o se vuole erigere un monumento», aggiunge il presidente dell’Autorità portuale. Come dire, se ci fosse una richiesta del Consiglio comunale, che impegna sindaco e giunta, non ci sarebbe problema ad arrivare all’intitolazione, magari in tempo per la data del 13 maggio, giorno del giubileo tricentenario della nascita di Maria Teresa d'Asburgo. È questione di volontà politica. Con anticipo sulla ricorrenza, ancora lo scorso anno, 25 associazioni triestine avevano chiesto al Comune con una petizione un segno toponomastico per ricordare la sovrana. Un’iniziativa simbolica e a costo praticamente zero. Ma l’amministrazione comunale ha atteso cinque mesi prima di degnare le associazioni di una risposta, arrivata il 5 aprile solo dopo un sollecito inoltrato a inizio marzo. All’esame dell’amministrazione c’è anche il monumento a Maria Teresa a cui sta lavorando (attraverso una colletta) un apposito Comitato. «Abbiamo ragione di credere che il sindaco non sia contrario e pensiamo che i cinque siti individuati siano tutti adatti a rendere onore a Maria Teresa con un monumento. L’obiettivo del Comitato è erigere il monumento nel Borgo da lei creato dal nulla, ed è difficile che l’amministrazione comunale possa essere contraria ad una così genuina proposta», spiega il promotore Massimiliano Lacota che è pure portavoce in Italia della Casa d’Austria. Oltre allo squero sulle Rive davanti al Canal Grande, il Comitato ha individuato altri quattro siti a all’interno dell'area del Borgo Teresiano, cioè piazza Ponterosso, piazza Sant’Antonio, Largo Panfili e via delle Torri. Nell’attesa arriva un’ulteriore proposta. «Prendiamo atto dell’ammissione di incompetenza del sindaco e ci auguriamo che il presidente D’Agostino riesca a provvedere in tempo anche a questa necessità simbolica ma importante, tanto più che Maria Teresa è ricordata per lo sviluppo del Porto Franco di Trieste - propone il gruppo di Rinascita triestina -. Osserviamo che se il Canale è di competenza dell’Autorità portuale altrettanto può dirsi dei moli. Nulla vieterebbe allora che il presidente D’Agostino, in una sola volta, intitolasse il Canal Grande a Maria Teresa e il molo della Stazione marittima a Joseph Ressel, l’illustre concittadino che inventò, brevettò e collaudò a Trieste nel 1829, addirittura, l’elica navale che rivoluzionò la navigazione di superficie, rese possibile quella subacquea e pose le basi per quella aerea. Un gigantesco merito dimenticato in città e che gli è valsa solo l’intitolazione di un vicoletto periferico».







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